EQUITAZIONE PER EDUCARE – Rita Andruetto

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I libri, come le poesie, una volta scritti non sono più dell’autore. Sono “di chi gli serve” come dice il postino a Pablo Neruda nel film di Massimo Troisi.

A chi serve Equitazione per educare?
È servito all’autrice per sistematizzare le esperienze e quanto ha imparato nei suoi percorsi di studio e di vissuti personali, familiari e lavorativi, con la piacevole e soddisfacente sensazione di trovare integrazione tra passioni e conoscenze diverse: l’esperienza di genitore, l’equitazione, la psicologia (della normalità, della personalità, del ben-essere e del potenziamento delle risorse personali, dell’età evolutiva, della persona e della famiglia, della disabilità e della patologia), lo sport, l’educazione, le competenze nel contesto del lavoro come consulente e formatore di tematiche relazionali, gestionali e dello sviluppo.

L’intento è che serva all’equitazione per farsi conoscere a 360 gradi, grazie al contributo (i tanti contributi) che può dare per far emergere le caratteristiche e le potenzialità che ognuno di noi possiede, e per il ruolo sociale nel costruire competenze (le soft skills, ma anche alcune hard skills) necessarie al futuro.

L’augurio è che serva, indirettamente, agli allievi delle scuole di equitazione, perché trovino istruttori talmente appassionati del proprio ruolo da sentire la responsabilità di accompagnare nella crescita persone che si stanno formando (e la cui formazione continua tutta la vita). E che serva agli allievi agonisti, perché il loro talento sia aiutato dagli istruttori a esprimersi poggiando su basi solide e durature di personalità.

La speranza è che serva anche ai genitori, perché permettano ai figli di coltivare la passione per l’equitazione con la consapevolezza di offrir loro esperienze che rispondono pienamente alle responsabilità del ruolo di educatori: aiutarli a formarsi per la vita.